venerdì 17 dicembre 2010

Punctum saliens



Ho aspettato crescendo ai bordi dell’acqua.
Andava e veniva, cerchi leggeri e onde di spuma.
I piedi hanno memoria e disegnano cuori su neve spessa.
Il corpo ha memoria e legge scritture braille nelle vertebre di un altro.
Legge il vuoto. Incolmabile spazio di cose che non restano.
Nella vena madre il sangue è congelato.
Nella testa che esplode, nelle mani assenti, nelle ascese ai fuochi e nelle discese alle fiamme.
Nel tempo buono e nella sorte avversa.
Nella paglia che brucia e nel ghiaccio che spegne.
Sto immobile.
Visioni distorte.
Buio oculare.
Tenebre.
L’anima è un  inverno minaccioso, con una sola nube gonfia di lacrime, trattenute all’angolo destro dell’occhio nero.
Crocifiggo parole nel legno nudo dell’inaspettato.
Non bastano più le parole.
Non servono più le parole.
Le parole sono  testamenti bugiardi.
Un inganno del cuore.
Il gheriglio di una noce.
Secca e vuota.


Sentire la profondità degli altri e morirne per il vuoto su cui inciampi, ecco, il dolore.

6 commenti:

apepam ha detto...

la neve scende, qui
ma è solo un giorno..
poi resta la pioggia che non smette.
I fiocchi -come parole
cadono sul viso
si sciolgono.
Lo spazio del bianco
è un vuoto che va arredato,
e l'anima non disimpara.

Bentornato*
anche noi qui
ti aspettavamo :-)

Stefy71 ha detto...

Che bello rileggerti...
E che bello ciò che hai scritto... Ogni parola merita cura e attenzione. "Crocifiggo parole nel legno nudo dell’inaspettato."
Un'esplosione di emozioni. Grazie.

utente anonimo ha detto...

negli mani assenti?
c'è forse una M di troppo?

ua

blacksea ha detto...

ehm.. nelle..

UnderCaos ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=0_fp255_mKc

NellAnimaMia ha detto...

Si sente il rumore dell'anima qui che toglie il respiro, bellissimo.
Un saluto